La poetica di Ninnj Di Stefano Busà
(tratta da L’Arto-Fantasma, Pref. Giovanni Raboni, Lineacultura, Mi)
di Valentino Zeichen (in foto)
Gentilissima, ho ricevuto il suo libro da molto tempo e mi rammarico di non averlo potuto approfondire prima: ora me ne sento un po’ menomato per averlo involontariamente trascurato e un po’ svilito per non averLe fatto sapere prima il mio giudizio molto positivo e fortemente impregnato dei suoi molteplici valori.
Non mi è facile dirLe quanto io abbia apprezzato i suoi versi, insieme alla nobiltà e umanità della sua scrittura.
Vi ho trovato - se mi è lecito esprimere un giudizio - quello che sempre si desidererebbe in una poesia: vi è una bellezza del verso, degna della massima considerazione, una ricchezza dei sentimenti in tutta la loro possibile pienezza in una versificazione che è insieme limpida e profonda, e affiora e sorprende insieme, e sospinge chi legge da un verso all’altro ad afferrare qualcosa che non è mai in noi, ma nel loro reciproco rimanere e ampliarsi. E anche lì dove traspaiono eventi e figure (in Restava così poco) il possibile dato reale è del tutto riassorbito e trasformato nella nobiltà della parola e la ricchezza della loro eco che si rivelano e si arricchiscono sino –infine- a “impallidire”. Tutti valori di non larga circolazione nella poesia odierna e perciò tanto più rilevanti e importanti.
Mi perdoni questo mio esaltato pronunciarmi. In verità non lo faccio comunemente, intendo dire non è nelle mie abitudini, ché sono molto riservate e “parche”nella maggior parte dei casi… forse Lei è uno di quei pochi casi in cui la mia parola è schietta, onesta e avallata da una scrittura come poche, (davvero ammirevole) vorrebbero dire molto le mie parole,ma sono ìmpari all’impressione ricevuta dalla sua poesia.
La sua poesia fa parte del patrimonio della mente, le sue immagini sono belle, respirano di cosmo e profumano di santità, di bellezza, poiché colpisce in Lei la capacità di far scaturire la suggestione dei significati, dall’abilità dei segni preposti.
Aggiungerei che il suo lirismo si avvale di un complesso meccanismo linguistico che a strati profondi scava nella psiche umana rendendola atta a percepire o costituire la metafisicità del sogno, lo fa con un sapiente ordito, con una tessitura straordinariamente ricca di metafore, di allusive arditezze di linguaggio tali da confermarla come una delle migliori autrici -in assoluto – del Parnaso italiano dei nostri giorni.
Valentino Zeichen
(tratta da L’Arto-Fantasma, Pref. Giovanni Raboni, Lineacultura, Mi)
di Valentino Zeichen (in foto)
Gentilissima, ho ricevuto il suo libro da molto tempo e mi rammarico di non averlo potuto approfondire prima: ora me ne sento un po’ menomato per averlo involontariamente trascurato e un po’ svilito per non averLe fatto sapere prima il mio giudizio molto positivo e fortemente impregnato dei suoi molteplici valori.
Non mi è facile dirLe quanto io abbia apprezzato i suoi versi, insieme alla nobiltà e umanità della sua scrittura.
Vi ho trovato - se mi è lecito esprimere un giudizio - quello che sempre si desidererebbe in una poesia: vi è una bellezza del verso, degna della massima considerazione, una ricchezza dei sentimenti in tutta la loro possibile pienezza in una versificazione che è insieme limpida e profonda, e affiora e sorprende insieme, e sospinge chi legge da un verso all’altro ad afferrare qualcosa che non è mai in noi, ma nel loro reciproco rimanere e ampliarsi. E anche lì dove traspaiono eventi e figure (in Restava così poco) il possibile dato reale è del tutto riassorbito e trasformato nella nobiltà della parola e la ricchezza della loro eco che si rivelano e si arricchiscono sino –infine- a “impallidire”. Tutti valori di non larga circolazione nella poesia odierna e perciò tanto più rilevanti e importanti.
Mi perdoni questo mio esaltato pronunciarmi. In verità non lo faccio comunemente, intendo dire non è nelle mie abitudini, ché sono molto riservate e “parche”nella maggior parte dei casi… forse Lei è uno di quei pochi casi in cui la mia parola è schietta, onesta e avallata da una scrittura come poche, (davvero ammirevole) vorrebbero dire molto le mie parole,ma sono ìmpari all’impressione ricevuta dalla sua poesia.
La sua poesia fa parte del patrimonio della mente, le sue immagini sono belle, respirano di cosmo e profumano di santità, di bellezza, poiché colpisce in Lei la capacità di far scaturire la suggestione dei significati, dall’abilità dei segni preposti.
Aggiungerei che il suo lirismo si avvale di un complesso meccanismo linguistico che a strati profondi scava nella psiche umana rendendola atta a percepire o costituire la metafisicità del sogno, lo fa con un sapiente ordito, con una tessitura straordinariamente ricca di metafore, di allusive arditezze di linguaggio tali da confermarla come una delle migliori autrici -in assoluto – del Parnaso italiano dei nostri giorni.
Valentino Zeichen