QUANDO LA POLITICA NON E' SOLIDARIETA', CONDIVISIONE , MA ALTRO
Vi sono delle ragioni poi nelle quali la <logica> non c'entra niente. Per rispondere a chi chiede il perché di certi atteggiamenti della EU verso la Grecia, dirò che la questione si riduce ad interesse stabile: cioè, in parole povere, è presto detto, se si spezza un anello della catena viene a mancare la stabilità economico/finanziaria di tutta l'apparato delle coalizioni. Faccio un es. all'inizio erano le corporazioni più forti, i paesi più sviluppati economicamente a fare la voce grossa e gli altri si tenevano defilati, perché non potevano competere con i magnati o i grandi detentori monetari...poi la solfa è cambiata. dopo la caduta del muro di Berlino e le grandi strategie economiche di portare i paesi dell'Est nel grande maquillage della storia dell'Europa Unita, ecco prendere parte alla grande torta da condividere anche i paesi più poveri, i quali si sono aggregati per non restare indietro nella Storia. Ma quest'ultimi non sono allineati strategicamente, culturalmente, socialmente, economicamente: vuoi per motivi di arretratezza dovuta ai grandi condizionamenti politici, alle limitatezze del tessuto sociale, alle inadempienze e regressioni politiche di paesi a regimi dittatoriali, si sono formate delle sacche di paesi di 1° categoria e gli altri che aderiscono per non soccombere, ma poi come la Grecia (tanto per fare un es.) si ritrovano lo stesso in ginocchio, calpestati e abbandonati dalla politica monetaria europea che non è caritatevole, (attenzione), né sta lì, per fare volontariato, agire per solidarietà, ma solo a scopo economico. L'esempio dell'uscita della Grecia sarebbe stato il primo caso e un affronto, una dichiarazione di incapacità, un ulteriore limite alla loro già asfittica composizione senz'anima, una rivelazione ufficialmente fallimentare di designare il nuovo assetto finanziario, Allora, meglio sostenerla, non lasciare che esca, affinché non faccia da deterrente ad altri paesi nelle medesime condizioni. La paura che l'uscita dalla Grecia potesse compromettere la sfacciata inettitudine delle Nazioni alleate corporalmente, ma non di fatto è stata la molla che li ha frenati: Se non si resta uniti solo all'apparenza, perché in realtà non cambierà mai nulla, rischiamo di perdere credibilità, (si sono detti, guardandosi negli occhi per la prima volta), altri paesi seguiranno la strada della rinuncia e l'Europa va a gambe all'aria...la ragione è solo nel punto cruciale, ha solo il tallone d'Achille della riserva monetaria e dell'introito che deve di sua necessità essere trasferito a Bruxelles, se vuole continuare a vivere. Nessuno s'illuda che hanno cominciato a ragionare, a muoversi nella direzione giusta della condivisione del bene "comune" perché non è così, non sarà mai possibile procedere in tale misura quando di mezzo c'è il DIO/denaro. Si tende alla speculazione, all'arricchimento materiale e alla violazione dei diritti degli altri, facendo sfacciatamente i loro comodi, a discapito di molti paesi che stanno morendo di TROPPO RIGORE. Oggi non si muore più di fame, si muore di troppo rigore, perché i denari che prima restavano nelle casse dei loro paesi, oggi passano dalle mani dei banchieri, vengono accumulati profitti vili e meschini dei maggiorenti e di tutti coloro che vedono nell'EU un pozzo senza fondo di spreco, di malaffare, di strapotere dell'uomo sull'altro uomo. E se potessi parlare più chiaramente direi molte più cosette, ma a buon intenditor poche parole: i lettori di Fb sono persone intelligenti e capaci di leggere tra le righe abbondantemente.
Vi sono delle ragioni poi nelle quali la <logica> non c'entra niente. Per rispondere a chi chiede il perché di certi atteggiamenti della EU verso la Grecia, dirò che la questione si riduce ad interesse stabile: cioè, in parole povere, è presto detto, se si spezza un anello della catena viene a mancare la stabilità economico/finanziaria di tutta l'apparato delle coalizioni. Faccio un es. all'inizio erano le corporazioni più forti, i paesi più sviluppati economicamente a fare la voce grossa e gli altri si tenevano defilati, perché non potevano competere con i magnati o i grandi detentori monetari...poi la solfa è cambiata. dopo la caduta del muro di Berlino e le grandi strategie economiche di portare i paesi dell'Est nel grande maquillage della storia dell'Europa Unita, ecco prendere parte alla grande torta da condividere anche i paesi più poveri, i quali si sono aggregati per non restare indietro nella Storia. Ma quest'ultimi non sono allineati strategicamente, culturalmente, socialmente, economicamente: vuoi per motivi di arretratezza dovuta ai grandi condizionamenti politici, alle limitatezze del tessuto sociale, alle inadempienze e regressioni politiche di paesi a regimi dittatoriali, si sono formate delle sacche di paesi di 1° categoria e gli altri che aderiscono per non soccombere, ma poi come la Grecia (tanto per fare un es.) si ritrovano lo stesso in ginocchio, calpestati e abbandonati dalla politica monetaria europea che non è caritatevole, (attenzione), né sta lì, per fare volontariato, agire per solidarietà, ma solo a scopo economico. L'esempio dell'uscita della Grecia sarebbe stato il primo caso e un affronto, una dichiarazione di incapacità, un ulteriore limite alla loro già asfittica composizione senz'anima, una rivelazione ufficialmente fallimentare di designare il nuovo assetto finanziario, Allora, meglio sostenerla, non lasciare che esca, affinché non faccia da deterrente ad altri paesi nelle medesime condizioni. La paura che l'uscita dalla Grecia potesse compromettere la sfacciata inettitudine delle Nazioni alleate corporalmente, ma non di fatto è stata la molla che li ha frenati: Se non si resta uniti solo all'apparenza, perché in realtà non cambierà mai nulla, rischiamo di perdere credibilità, (si sono detti, guardandosi negli occhi per la prima volta), altri paesi seguiranno la strada della rinuncia e l'Europa va a gambe all'aria...la ragione è solo nel punto cruciale, ha solo il tallone d'Achille della riserva monetaria e dell'introito che deve di sua necessità essere trasferito a Bruxelles, se vuole continuare a vivere. Nessuno s'illuda che hanno cominciato a ragionare, a muoversi nella direzione giusta della condivisione del bene "comune" perché non è così, non sarà mai possibile procedere in tale misura quando di mezzo c'è il DIO/denaro. Si tende alla speculazione, all'arricchimento materiale e alla violazione dei diritti degli altri, facendo sfacciatamente i loro comodi, a discapito di molti paesi che stanno morendo di TROPPO RIGORE. Oggi non si muore più di fame, si muore di troppo rigore, perché i denari che prima restavano nelle casse dei loro paesi, oggi passano dalle mani dei banchieri, vengono accumulati profitti vili e meschini dei maggiorenti e di tutti coloro che vedono nell'EU un pozzo senza fondo di spreco, di malaffare, di strapotere dell'uomo sull'altro uomo. E se potessi parlare più chiaramente direi molte più cosette, ma a buon intenditor poche parole: i lettori di Fb sono persone intelligenti e capaci di leggere tra le righe abbondantemente.