Migranti *
Poi lasciano al mondo il peso del dolore e vanno...tornano alle stelle, al tempo primigenio, alla bellezza quieta delle nuvole, oltre l’inverno e la nebbia di stagioni assenti. Non li sfiora l’idea del silenzio, dell’ombra, la gazzarra di uccelli che bucano il cielo è la sola forma di amore che conoscono. Una forza centrifuga li sbalza, un vento che cede alla morte lo sguardo, lascivo della sfida, tenebra che staziona negli orti tra il bitume e l’asfalto, e se esplode controvento è anch’essa vita, necessaria, struggente eppure vita, anima, respiro di terre ormai lontane, silenzio postumo, ininfluente, beffardo, traditore, che li ha visti nascere fiori in un campo incolto, fiori in un deserto di umanità, fiori d'innocenza. * Ninnj Di Stefano Busà@tutti i diritti riservati. Legge.633/1941 |