L'Evangelizzazione di una poetica passa da Ninnj Di Stefano Busà
di Ubaldo de Robertis
La poesia di Ninnj Di Stefano Busà coglie intimi aspetti della natura, dai boccioli alle conche di basilico e di menta, agli steli di magnolia e filigrane, alle farfalle. Scenari naturali, piante, fiori, minuscole creature che prendono parte della nostra vita la ornano e la rendono più preziosa. “La natura si rivela nelle sue minime manifestazioni e si sente vibrare la sua grazia” osserva il bravo relatore Arnoldo Mosca Mondadori. A proposito di grazia egli aggiunge: “I brani di alcune poesie sembrano poi scaturire come gemiti dello spirito, come enunciati di grazia.” Ecco, a questo punto la mia lettura si trattiene. Per un attimo mi viene da evocare una delle tante immagini immediate frutto della visione e della riflessione di cui Ninnj Di Stefano Busà è maestra. I versi: “Scorrerò l’enigma dei deserti per riscoprire cattedrali bianche, o la voce dell’infinito, nel dono di un pensiero che si levi a Dio.” e gli altri versi: “Sei tu Dio l’acqua che tracima? o il fiume che scorre lento, a fatica, ma per cotanta sete non c’è acqua a dissetarci.” con il supporto della ulteriore considerazione del prefatore: “(quella del Poeta) non è mai una solitudine che si ripiega su se stessa, è piuttosto qualcosa che trema, che si innalza come una specie di preghiera.” E termini quali: Cattedrali bianche, preghiera, la voce dall'infinito, Dio... mi fanno immaginare Ninnj Di Stefano Busà con indosso la veste bianca come una sacerdotessa della vita e della Poesia, capace di elevare al massimo livello il proprio spirito per sondare le meraviglie dell'universo.
di Ubaldo de Robertis
La poesia di Ninnj Di Stefano Busà coglie intimi aspetti della natura, dai boccioli alle conche di basilico e di menta, agli steli di magnolia e filigrane, alle farfalle. Scenari naturali, piante, fiori, minuscole creature che prendono parte della nostra vita la ornano e la rendono più preziosa. “La natura si rivela nelle sue minime manifestazioni e si sente vibrare la sua grazia” osserva il bravo relatore Arnoldo Mosca Mondadori. A proposito di grazia egli aggiunge: “I brani di alcune poesie sembrano poi scaturire come gemiti dello spirito, come enunciati di grazia.” Ecco, a questo punto la mia lettura si trattiene. Per un attimo mi viene da evocare una delle tante immagini immediate frutto della visione e della riflessione di cui Ninnj Di Stefano Busà è maestra. I versi: “Scorrerò l’enigma dei deserti per riscoprire cattedrali bianche, o la voce dell’infinito, nel dono di un pensiero che si levi a Dio.” e gli altri versi: “Sei tu Dio l’acqua che tracima? o il fiume che scorre lento, a fatica, ma per cotanta sete non c’è acqua a dissetarci.” con il supporto della ulteriore considerazione del prefatore: “(quella del Poeta) non è mai una solitudine che si ripiega su se stessa, è piuttosto qualcosa che trema, che si innalza come una specie di preghiera.” E termini quali: Cattedrali bianche, preghiera, la voce dall'infinito, Dio... mi fanno immaginare Ninnj Di Stefano Busà con indosso la veste bianca come una sacerdotessa della vita e della Poesia, capace di elevare al massimo livello il proprio spirito per sondare le meraviglie dell'universo.