La Rivista "Dossier" ha dedicato l'intervista alla scrittrice Ninnj Di Stefano Busà a firma dell'autorevole Don Santino Spartà (sede Vaticana)
Dossier: Lei è poetessa, critico, saggista, giornalista, quale di questi ruoli ritiene più cònsono alle sue capacità interpretative nel versante di oggi?
Risposta: E' difficile immaginarmi in un ruolo ben conchiuso e definito o definibile, io sono come il Condor, amo le aree libere del cielo. Tutti i ruoli assolvono per me carattere di comunicazione col mondo. Mi ritrovo in essi con la finalità di dare un contributo umano e culturale alle varie discipline, senza prevaricazione né prioritarie scelte di campo.
Ogni aspetto d validità o meno dei ruoli prescelti credo vada a raggiungere fatalmente il fine ultimo che è quello di dare secondo le indicazioni di Dio o secondo le proprie predisposizioni da Lui infuse, ciò che si possiede, a seconda delle capacità del proprio sentire, della propria intelligenza e del proprio destino, nel saper trasmettere valori e significati alla vita. Sicché, sono vari ruoli quel che Dio mi ha destinato, forse anche un "tramite", null'altro che un mezzo di creatività e un tentativo di conoscenza possibili.
Dossier. Quali tematiche si stagliano nella sua Poesia?
Risposta: In quanto alle tematiche, credo e mi auguro di non essere monocorde, la mia visionarietà spazia tra filosofia, cosmogonia, metafisica con un senso di religio che vibra sempre attraverso le infinite verità possibili che perseguo e che, (a quanto affermano i miei critici), danno alla mia Poesia il fascino di una scrittura insolita, riconoscibile per il timbro personale e, (bontà loro) molto apprezzata e seguita: "rendendo come veramente è giusto, la consacrazione delle mie tante "anime" come afferma Giorgio Bàrberi Squarotti, mio amico da lunghisso tempo.
Dossier: Fino a che punto vibra nella sua poetica l'afflato religioso?
Risposta: E'quello che si dice l'origine-causa del mio linguaggio. Dio è imprendibile e io cerco di sfiorarlo come posso, inducendomi a pensare che Egli sia più vicino a me attraverso la Poesia. Perciò, è una ricerca incessante, continua, a volte visibile, altre solo intuibile, ma sempre dietro l'urto dirompente della scrittura, io urlo il Suo nome, verifico la Sua possibilità di essere ascoltata, la capacità escatologica della ricerca, mi porto più vicino al Grande Mistero del Trascendente, come tentativo di avvicinamento e di suggello della Sua Presenza- Intuizione
Dossier: Come considera le monografie che le hanno fin qui dedicate? mi pare tre, nelle quali lei viene esaminata da diverse angolature e fotografata a 360°
Risposta. I miei critici danno giudizi molto belli nei miei riguardi. Spero che siano dettati da competenze autorevoli di grande levatura e non piuttosto da affinità elettiva che può accomunare intelletti di pari dignità.
L'impressione che ho ricavato dal loro racconto esegetico sulla mia persona è lusinghiero. Dire se tutto quanto affermano sia vero e non piuttosto il frutto di convinzoni persnali non sta a me dirlo. Il tempo farà giustizia da sé, sempre che il mio modo di rapportarmi alla Poesia sia verificato anche da altri illustri che man mano seguiranno, consentendomi di passare "la frontiera" e chiedere quel diritto d'asilo di cui pochi responsabili unici detengono il potere per la Storia della Letteratura Italiana.
Dossier: Lei è poetessa, critico, saggista, giornalista, quale di questi ruoli ritiene più cònsono alle sue capacità interpretative nel versante di oggi?
Risposta: E' difficile immaginarmi in un ruolo ben conchiuso e definito o definibile, io sono come il Condor, amo le aree libere del cielo. Tutti i ruoli assolvono per me carattere di comunicazione col mondo. Mi ritrovo in essi con la finalità di dare un contributo umano e culturale alle varie discipline, senza prevaricazione né prioritarie scelte di campo.
Ogni aspetto d validità o meno dei ruoli prescelti credo vada a raggiungere fatalmente il fine ultimo che è quello di dare secondo le indicazioni di Dio o secondo le proprie predisposizioni da Lui infuse, ciò che si possiede, a seconda delle capacità del proprio sentire, della propria intelligenza e del proprio destino, nel saper trasmettere valori e significati alla vita. Sicché, sono vari ruoli quel che Dio mi ha destinato, forse anche un "tramite", null'altro che un mezzo di creatività e un tentativo di conoscenza possibili.
Dossier. Quali tematiche si stagliano nella sua Poesia?
Risposta: In quanto alle tematiche, credo e mi auguro di non essere monocorde, la mia visionarietà spazia tra filosofia, cosmogonia, metafisica con un senso di religio che vibra sempre attraverso le infinite verità possibili che perseguo e che, (a quanto affermano i miei critici), danno alla mia Poesia il fascino di una scrittura insolita, riconoscibile per il timbro personale e, (bontà loro) molto apprezzata e seguita: "rendendo come veramente è giusto, la consacrazione delle mie tante "anime" come afferma Giorgio Bàrberi Squarotti, mio amico da lunghisso tempo.
Dossier: Fino a che punto vibra nella sua poetica l'afflato religioso?
Risposta: E'quello che si dice l'origine-causa del mio linguaggio. Dio è imprendibile e io cerco di sfiorarlo come posso, inducendomi a pensare che Egli sia più vicino a me attraverso la Poesia. Perciò, è una ricerca incessante, continua, a volte visibile, altre solo intuibile, ma sempre dietro l'urto dirompente della scrittura, io urlo il Suo nome, verifico la Sua possibilità di essere ascoltata, la capacità escatologica della ricerca, mi porto più vicino al Grande Mistero del Trascendente, come tentativo di avvicinamento e di suggello della Sua Presenza- Intuizione
Dossier: Come considera le monografie che le hanno fin qui dedicate? mi pare tre, nelle quali lei viene esaminata da diverse angolature e fotografata a 360°
Risposta. I miei critici danno giudizi molto belli nei miei riguardi. Spero che siano dettati da competenze autorevoli di grande levatura e non piuttosto da affinità elettiva che può accomunare intelletti di pari dignità.
L'impressione che ho ricavato dal loro racconto esegetico sulla mia persona è lusinghiero. Dire se tutto quanto affermano sia vero e non piuttosto il frutto di convinzoni persnali non sta a me dirlo. Il tempo farà giustizia da sé, sempre che il mio modo di rapportarmi alla Poesia sia verificato anche da altri illustri che man mano seguiranno, consentendomi di passare "la frontiera" e chiedere quel diritto d'asilo di cui pochi responsabili unici detengono il potere per la Storia della Letteratura Italiana.