Una nota del Magistrato, poeta e amico Guido Zavanone
riguardo la raccolta: LA DISTANZA E' SEMPRE LA STESSA
Scrive: Cara Ninnj, mi è rimasta impressa nelle mente la tua raccolta e ogni tanto la riesumo, perché me la ritrovo congeniale e dolorosamente vera in questo ns. essere sempre ad un passo dalla luce, ma immersi nella tenebra della ns. corporeità e finitudine mortali, luce che non riusciamo a toccare, a raggiungere se non in qualche raro momento di grazia, attraverso la poesia. Ed essere, noi umani, monadi che non riescono ad incontrarsi, nonostante la contiguità con l'altro se stesso: bellissimi i tuoi: "si china intorno al suo perire, la vita"; "ogni cosa si attorce al suo stesso male" e ciò che cerca di resistere, come dici tu, "grida alle perdute forme; "Vi è una chiara nostalgia che pervade la tua pagina; e tuttavia, è conforto l'amore, anche quello dei sensi o più cosmico, come: "quando con naturalezza ti attraversa veloce un altro sangue/ e rifiorisce in vena il senso del mondo, nudo e segreto". Ed è con questi splendidi versi che sigillo il mio ricordo di te, splendido, che ti riporti il mio affetto, ora e sempre. Guido
La danza della sera
*
Potessi riparare a quell'argine,
dove l'acqua non tocca la sete,
chiedere alla sorgente di cambiare rotta,
di sorprendere sotto la foglia
il sonno delle primavere, la dolce melodia
dei violini che lanciano note sensuali.
La danza della sera ancora
serra un fronte di luce
che misura il sonno dei mattini,
il fiore che smuore solitario
negli accenti dell'erba, quando il mondo
tace o s'inabissa nel suo letargo,
come un feto dentro la madre,
mentre serriamo la pietà di una luce
che si va perdendo...
*
Ninnj Di Stefano Busà dal vol: La distanza è sempre la stessa, Ed, Ursini, vincitore dell'omonimo Premio, dedicato ad Alda Merini
riguardo la raccolta: LA DISTANZA E' SEMPRE LA STESSA
Scrive: Cara Ninnj, mi è rimasta impressa nelle mente la tua raccolta e ogni tanto la riesumo, perché me la ritrovo congeniale e dolorosamente vera in questo ns. essere sempre ad un passo dalla luce, ma immersi nella tenebra della ns. corporeità e finitudine mortali, luce che non riusciamo a toccare, a raggiungere se non in qualche raro momento di grazia, attraverso la poesia. Ed essere, noi umani, monadi che non riescono ad incontrarsi, nonostante la contiguità con l'altro se stesso: bellissimi i tuoi: "si china intorno al suo perire, la vita"; "ogni cosa si attorce al suo stesso male" e ciò che cerca di resistere, come dici tu, "grida alle perdute forme; "Vi è una chiara nostalgia che pervade la tua pagina; e tuttavia, è conforto l'amore, anche quello dei sensi o più cosmico, come: "quando con naturalezza ti attraversa veloce un altro sangue/ e rifiorisce in vena il senso del mondo, nudo e segreto". Ed è con questi splendidi versi che sigillo il mio ricordo di te, splendido, che ti riporti il mio affetto, ora e sempre. Guido
La danza della sera
*
Potessi riparare a quell'argine,
dove l'acqua non tocca la sete,
chiedere alla sorgente di cambiare rotta,
di sorprendere sotto la foglia
il sonno delle primavere, la dolce melodia
dei violini che lanciano note sensuali.
La danza della sera ancora
serra un fronte di luce
che misura il sonno dei mattini,
il fiore che smuore solitario
negli accenti dell'erba, quando il mondo
tace o s'inabissa nel suo letargo,
come un feto dentro la madre,
mentre serriamo la pietà di una luce
che si va perdendo...
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Ninnj Di Stefano Busà dal vol: La distanza è sempre la stessa, Ed, Ursini, vincitore dell'omonimo Premio, dedicato ad Alda Merini