Giudizio critico sulla saggistica di Ninnj Di Stefano Busà
a cura di Domenico Pisana
I tuoi saggi sulla poesia, che vedo sempre più presenti nel tuo profilo, sono perle di riflessione che cercano di focalizzare il senso del poeta nel nostro tempo. Che dirti! Siamo in piena sintonia e le tue argomentazioni mi trovano pienamente vicino al tuo sentire poetico, spirituale ed ermeneutico. Il livello esegetico della tua scrittura è davvero di alto profilo, ricco di valore semantico e mette chiaramente in evidenza che per fare poesia non occorre soltanto una penna e un foglio su cui scrivere, nè un semplice sentimento (cose queste scontate) ma un "intus-ire" , cioè un entrare dentro la vita, l'anima, la storia, il mondo complesso dei sentimenti, il circuito emozionale che sa leggere i segni dei tempi per scorgervi gli oggetti e i soggetti della poetica in divenire. Tu puoi scrivere quel che scrivi perché la Poesia scorre dentro il tuo sangue, è come l'ossigeno che dà forza di pensiero al fluire dei tuoi versi, risillaba sulla pagina cuore-mente-stile in orizzonti trasfigurativi fortemente allusuvi e costruttivi. La tua è - direi - una poesia "costruzionista"; non descrive la vita, ma è vita in divenire, è moto dell'anima e della fantasia in soccorso alle ferite della nostra umanità in naufragio. Il tuo linguaggio in questo tuo post scandaglia i processi fondativi del poetare; l'origine della poesia non è la mera occasione, il caso, ma è "creazione", "ri-creazione" del dato sensibile che , però, diventa magma poetico se obbedisce alla grande lezione del padre della linguistica De Soussure quando distingue tra lingua, linguaggio e parola. Non basta la lingua italiana per fare un verso, occorre che la lingua sia capace di diventare linguaggio, parola detta in situazione di vita per costruire, alludere, sferzare, trasfigurare, denotare, signifcare: insomma per potersi dire poesia.. Grazie, Ninnj, perché il tuo articolo è un discorso sulla poesia che rende giustizia ai poeti, quelli che lasciano segni nella storia all'interno dei tanti scrittori contemporanei di versi, pur belli e veri, ma che non hanno il respiro di una dichiarazione di poetica ma di esternazione di un sentimento momentaneo che si perde nel tempo.. Un caro saluto...
a cura di Domenico Pisana
I tuoi saggi sulla poesia, che vedo sempre più presenti nel tuo profilo, sono perle di riflessione che cercano di focalizzare il senso del poeta nel nostro tempo. Che dirti! Siamo in piena sintonia e le tue argomentazioni mi trovano pienamente vicino al tuo sentire poetico, spirituale ed ermeneutico. Il livello esegetico della tua scrittura è davvero di alto profilo, ricco di valore semantico e mette chiaramente in evidenza che per fare poesia non occorre soltanto una penna e un foglio su cui scrivere, nè un semplice sentimento (cose queste scontate) ma un "intus-ire" , cioè un entrare dentro la vita, l'anima, la storia, il mondo complesso dei sentimenti, il circuito emozionale che sa leggere i segni dei tempi per scorgervi gli oggetti e i soggetti della poetica in divenire. Tu puoi scrivere quel che scrivi perché la Poesia scorre dentro il tuo sangue, è come l'ossigeno che dà forza di pensiero al fluire dei tuoi versi, risillaba sulla pagina cuore-mente-stile in orizzonti trasfigurativi fortemente allusuvi e costruttivi. La tua è - direi - una poesia "costruzionista"; non descrive la vita, ma è vita in divenire, è moto dell'anima e della fantasia in soccorso alle ferite della nostra umanità in naufragio. Il tuo linguaggio in questo tuo post scandaglia i processi fondativi del poetare; l'origine della poesia non è la mera occasione, il caso, ma è "creazione", "ri-creazione" del dato sensibile che , però, diventa magma poetico se obbedisce alla grande lezione del padre della linguistica De Soussure quando distingue tra lingua, linguaggio e parola. Non basta la lingua italiana per fare un verso, occorre che la lingua sia capace di diventare linguaggio, parola detta in situazione di vita per costruire, alludere, sferzare, trasfigurare, denotare, signifcare: insomma per potersi dire poesia.. Grazie, Ninnj, perché il tuo articolo è un discorso sulla poesia che rende giustizia ai poeti, quelli che lasciano segni nella storia all'interno dei tanti scrittori contemporanei di versi, pur belli e veri, ma che non hanno il respiro di una dichiarazione di poetica ma di esternazione di un sentimento momentaneo che si perde nel tempo.. Un caro saluto...