Alla madre
*
Era gioco di nubi,
erba tenera d’aprile
quella che colmava
il quadro d’autore
abbandonato in soffitta:
riprendeva una donna
agghindata coi colori del cielo,
e da spiraglio acceso sul davanzale,
l’ora chiara spandeva misteriosi graffiti,
riposava sui pulviscoli alati.
Rilucevano di luce le sembianze
come dentro uno specchio,
e l’amore segreto si beava
di giorni verdi appese alle finestre.
Quel giorno la terra danzava
inquadrata in quell’arco di sole
che le disegnava l’aurora sul volto.
Era mia madre...
e splendeva il suo sorriso
come foglie e rose di maggio.
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Era gioco di nubi,
erba tenera d’aprile
quella che colmava
il quadro d’autore
abbandonato in soffitta:
riprendeva una donna
agghindata coi colori del cielo,
e da spiraglio acceso sul davanzale,
l’ora chiara spandeva misteriosi graffiti,
riposava sui pulviscoli alati.
Rilucevano di luce le sembianze
come dentro uno specchio,
e l’amore segreto si beava
di giorni verdi appese alle finestre.
Quel giorno la terra danzava
inquadrata in quell’arco di sole
che le disegnava l’aurora sul volto.
Era mia madre...
e splendeva il suo sorriso
come foglie e rose di maggio.